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ORIGINI DEL NOME DEL COMUNE

Il nome del Comune deriva dall’antico capoluogo, sorto su un cuneo di difficile accesso posto tra i torrenti Pesio e Pogliola. In questo luogo nel XII secolo un certo Robaldo o Ubaldo dei Signori di Morozzo fece costruire una torre quadrata con merlatura ghibellina e alcune camere annesse, per abitarvi e proteggere la gente del villaggio dalle scorrerie nemiche. Dal nome del suo fondatore il luogo venne chiamato Rupe Ubaldi. Tale denominazione ebbe numerose varianti: nei documenti di archivio si trova Rocha Ubaldi (1247-1255); Rocham Baudorum (1260) Rocha de’ Baudis (1297); Roche Baudorum (1448) e finalmente Rocca de’ Baldi.


EPOCA DI FONDAZIONE

Il luogo ove sorge il borgo di Rocca de’ Baldi, veniva indicato come CASTRUM VETUS in una carta del 1098, il che fa supporre che possa essere stato sede di accampamento romano; tuttavia una delle prime attestazioni ufficiali dell’esistenza di Rocca de’ Baldi risale al 1240, quando in una sentenza che regola le controversie dei signori di Morozzo con i comuni di Cuneo e Mondovì compare la citazione degli “homines Rochebaudi”.


ISTITUZIONE DEL COMUNE

Gli statuti di Rocca de’ Baldi vennero confermati il 18 marzo 1448 da Ludovico di Savoia. La pergamena originale, del XV secolo, fu trascritta nel 1897 da Monsignor Marco Vattasso, della Biblioteca Vaticana, che recatosi a Rocca de’ Baldi, ebbe la gradita sorpresa di rinvenirla nella casa della famiglia Solaro, accompagnata dal documento di conferma redatto dal Notaio Hobardi.


DALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI

Nel 1240 le forze del nascente libero comune di Monte Regale (Mondovì) s’impossessarono a sorpresa del Castello (la Rupe Ubaudi), ancora tenuta dai signori di Morozzo, cacciandone il piccolo presidio. Nei documenti del 1258 la comunità di Rocha Ubaudi compare già aggregata al territorio di Mondovì per rimanervi alcuni secoli, fino al suo scioglimento per imposizione dei Savoia. Durante la dominazione angioina il territorio di Rocca de’ Baldi venne infeudato da Re Roberto al marchese Guglielmo di Ceva (1319). Nel 1388 venne costituita la nuova Diocesi di Mondovì. Tutto il distretto che ruotava attorno alla città, nonché gran parte del territorio dell’antico comitato di Bredulo vennero attribuiti alla nuova Diocesi da Papa Urbano VI quale giurisdizione, staccandoli dalla diocesi di Asti.
Nel 1397 il paese entrò nei beni dotali di Valentina Visconti allorché questa andò in sposa a Ludovico duca di Orlèans, per poi pervenire definitivamente, nel sec. XV, ai Savoia che nel 1448 confermarono gli Statuti della Comunità di Rocca de’ Baldi. Seguì un periodo durante il quale il comune passò continuamente da un signore all’altro fino a che, ritornato ai Savoia, Madama Reale, moglie di Vittorio Amedeo I, lo concesse al conte Filippo Morozzo. Sul finire del XVII secolo scoppierà una dura contesa che vedrà opporsi il distretto monregalese al potere centrale sabaudo. Tale contesa porterà alla “guerra del sale” (1680-1699) conclusasi con una durissima repressione dei rivoltosi e con la deportazione di migliaia di persone , fra le quali anche famiglie di Rocca e di Crava, nelle pianure malariche del vercellese. La federazione monregalese venne sciolta e ogni sua villa convenzionata, costituita in comune autonomo: nasceva così anche il Comune di Rocca de’Baldi il cui capoluogo rimase fino al 1865 a Rocca de’ Baldi, nucleo originario della comunità e importante centro sulla strada reale costituente l’unico asse viario di collegamento fra Mondovì e Cuneo. Per tale motivo, il giorno 13 agosto 1809, il Papa Pio VII proveniente da Grenoble e destinato all’esilio di Savona, transitò per Rocca de’ Baldi e vi sostò una notte in casa del Sindaco Carlo Prandi.
Con il venire meno della sua funzione di caposaldo militare del monregalese e con la costruzione di nuove strade (in particolare il nuovo ponte sul Pesio fra Breolungi e Magliano Alpi), il paese fu condannato all’isolamento, mentre la frazione Crava, in posizione più centrale rispetto all’intero territorio comunale acquistò sempre più importanza. Questo determinò la traslazione del capoluogo nella frazione Crava, come stabilito con Regio Decreto del 10 dicembre 1865. A testimonianza di tale avvenimento venne messo a dimora un olmo sulla attuale Piazza Pio VII: colpito irrimediabilmente dalla graffiosi fu abbattuto nel 1990 e sostituito con una quercia.



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